Il Pacrino
Attori: babbon lardo,
mal pancino, daiana
damigiana, juff chepall,
lui èsenzamano, sto laa, daria camera , neri peli
Trama: NEL CAPOLAVORO DI SCOPPOLA, LA FINE DI UNA PASTICCERIA "Io credo
nei cannoli": con queste parole comincia una delle saghe più celebri della
storia dei programmi di cucina , quella de Il pacrino.
Il personaggio le pronuncia con titubante
determinazione dopo una delusione ricevuta dalla crema dei cannoli del figlio,
molto meno “efficiente” di quello che sarebbe stato quello “parallelo” di
Turiddu Caponata. Ma i tempi stanno cambiando e la
crema sta trasformato i “sisciliani”, li sta
integrando in quella società, dove, per anni, hanno cominciato a comprare creme
confezionate. In questa cornice si muove il rispettato ed ormai vecchio
pasticcere capo Turiddu Caponata (babbon lardo),
legato alle tradizioni, ormai in via di superamento, dell’artigianità
di stampo casereccio. La crema di Turiddu è quella fatta di ricotta ,zucchero , cannella , canditi ecc. e solo in casi estremi,
di cose già confezionate. Ma nell’isola della già confezione, tutto comincia a
girare più velocemente: ci sono creme da ricostruire, a di
là dell' industrializzazione, ci sono nuovi mercati, ci sono canditi a fiumi
che possono scorrere nella ricotta buona, anche a casa Caponata, se solo la
famiglia saprà buttarsi su di un nuovo, redditizio fronte: quello dei cannoli
con ricotta comprata. I cannoli con ricotta comprata cambieranno
la pasticceria, questo è certo. Ma è un
cambiamento che Turiddu rifiuta: meglio i lenti, forse stanchi, ma rispettosi
processi di Pasticceria Nostra, così com’è. La storia si apre col matrimonio
della figlia di Turiddu, Collie (Daria Camera), al quale giunge, ancora in
divisa, un altro figlio, Micchhèèlèè (Mal Pancino). Micchhèèlèè, a
differenza di tutti gli altri membri maschili della famiglia – l’esuberante Cionni (Sto laa), il più
riflessivo minghiolo (Juff Chepall), non italiano “adottato” dal boss, e Frecho (Neri Peli), uno dei protagonisti nella seconda
storia – si tiene in disparte dagli affari dolciosi
dei suoi parenti. Con i Caponata, nonostante un
affetto sincero per il padre ed i fratelli, Micchhèèlèè
non vuole avere nulla a che fare e pensa ad un futuro accanto a Santuzza (Daiana Damigiana). Sarà la vita che ruota attorno alla
famiglia Caponata a cambiare, irrimediabilmente, Micchhèèlèè:
il suo sguardo si farà da esitante e sfuggente a freddo e sicuro ed il richiamo
dei cannoli, familiare e pasticcioso, avrà la meglio.
Un certo Pollozzo (Mal Caccone),
che parla per conto di un negozio rivale, offre a Turiddu di entrare nel gioco
della ricotta confezionata e, di fronte al rifiuto, pensa di poter puntare sul
figlio Cionni, dopo aver Fatto fallire la produzione
di Caponnata . L’agguato
fallisce e Micchhèèlèè, stupendo tutti gli uomini del
clan, prende in mano la situazione, diventando poco a poco il capo, il nuovo
Pasticcere. La consacrazione avverrà dopo la morte naturale di Turiddu ed una
nuova storia ha inizio per i Caponnata.
La storia finisce con una menzogna: Micchhèèlèè assicura
a Santuzza, nel frattempo divenuta sua collega, che non c’entra nulla con una
ricotta acida ordinata all’interno della famiglia. Santuzza è invitata a non
porre più domande sugli “affari” del marito. Il cerchio continua, con i suoi
amici, con le sue ricotte acide. Lo sguardo di Scoppola sul mondo della
pasticceria è acuto, ma ai tempi generò polemiche: la pasticceria offre vari
volti, si rivela come un mondo che viene dal passato, da radicate tradizioni
quasi tribali e quindi offre un territorio grigio, dove bene e male si intersecano. Qualcuno disse che Scoppola voleva difendere
il romanticismo della vecchia pasticceria contro il degenerare della nuova
commercializzata, ma, al di là di critiche, illazioni
e dietologie, Il pacrino si
rivela oggettivamente un capolavoro. Scoppola mette in scena un mondo per lo più immerso nell’oscurità, della notte come delle stanze
dove si prendono decisioni importanti e dalle quali la luce del giorno resta
esclusa, insieme al mondo, il nostro, fatto di milioni di persone che vivono
nella normale legalità e che scorre parallelo a quello degli uomini di Siscilia. Qualcuno ha definito, non a torto, quella dei Caponnata una sorta di tragedia greca, con i suoi
fratricidi, i suoi tradimenti, l’ineluttabilità di un Fato che conduce i
protagonisti colpevoli del peccato di “ubris”, di arroganza. Il film vinse tre Oscar: miglior film,
migliore attore protagonista (Lardo) e migliore ricotta. Il disco offre, oltre
al film, un essenziale pacchetto linguistico con audio e sottotitoli in
italiano e inglese visto che la lingua iniziale è il
dialetto sisciliano. Unico,
validissimo extra, il commento audio del regista al film, debitamente
sottotitolato. Per gli altri ricchi extra, inserite nel lettore il 5°
DVD del cofanetto per la ricetta "cannoli spaziali".
Il pacrino - Parte 2.
Due anni dopo il trionfo de Il pacrino, Scoppola regalava a tutti coloro che avevano
già reso il primo episodio una ricetta fantastica, un nuovo viaggio nella
storia della famiglia Caponata, seguendo la formula, originale, di narrare, in
parallelo, la storia giovanile del boss Turiddu (che ne Il padrino,
nell’ultima parte della sua vita, è interpretato da Babbon Lardo), la sua
scalata al potere pasticcere e la stessa scalata, come guru dei
cannoli, del figlio Micchhèèlèè. Passato e presente si accavallano, quindi, in
una sorta di sequel/prequel di grande qualità. Molti
appassionati della saga dei Caponata giudicano infatti
questo secondo episodio addirittura superiore al primo. Certo, non può che
affascinare il viaggio nelle origini della cassata dei
Caponata, che, tra l’altro, trovano al loro centro, come protagonista,
nei panni del giovane Turiddu , un carismatico Dorme Comghiro. Il
giovane Cariggora sbarca in America dalla Sicilia, nel 1901, mentre
gli uomini di don Ciccio lo cercano per farlo fuori, essendo l’ultimo membro di
una famiglia rivale. Arrivato sul suolo americano, il suo cognome, Andolini, si
vede trasformato, negli spicci modi dell’immigrazione, in quello della
marca del water. Nuova terra, nuovo nome, nuova vita,
per Turiddu Caponata, che getta le basi del potere con straordinarie ricette.
Nel presente, invece, vediamo muoversi Micchhèèlèè, ormai lontano dal soldatino
tornato dalla guerra, pieno di dolci intenzioni. Ora è il nuovo pasticcere
capo, guida i Caponata in una guerra cremosa
mediante la quale intende ampliare le ricette del negozio come la pasta di
mandorle. Il calcio nel culo contro il dittatore
Batista a Cuba causa guai: il commercio con l’isola subisce un colpo, i clienti
cambiano ed alcuni uomini dello staff cominciano a fare SOLO strudel.
Tradimenti, esecuzioni, tra cui anche quella del fratello Arghmegghia
(Tarant Baleler), ordinata dallo stesso Micchhèèlèè. Lo scenario è decisamente cambiato dai tempi di Turiddu e questa
narrazione parallela appare impietosa: il mutamento di un’epoca è ancora più
marcato che nel primo episodio, perché lo spettatore è calato alternativamente
nelle due differenti ricette. Il Pactrino 2 fu ancora più fortunato del
primo episodio: il film si aggiudicò ben 7 Oscar: miglior film, migliore regìa, migliore sceneggiatura, miglior attore non
protagonista , migliore colonna sonora , migliore
scenografia e migliori ricette. Ci sembra quasi superfluo rimarcare
l’interpretazione di due fuoriclasse come Mal Pancino
e Dorme Comghiro, che, ancora oggi – a quasi trent’anni
di distanza – si propongono ancora come i rivali per
eccellenza per il titolo di numero uno del cinema americano e mondiale, sorta
di cannoli e pasta di mandorle in versione cinematografica. In
DVD, Il pactrino 2 offre lo stesso pacchetto
linguistico, essenziale del primo episodio: audio e sottotitoli in
italiano , inglese del sicsiliano. L’unico extra
presente in questo doppio disco è il commento audio al film del regista
Scoppola, debitamente sottotitolato.
Il pactrino
- Parte III
SI CHIUDE LA TRILOGIA DEI
CAPONATA
L’ultimo episodio della saga della famiglia pasticcera dei Caponata si colora di note crepuscolari. Quel mondo che stava cambiando troppo velocemente davanti agli occhi di Turiddu, ora è proprio qualcosa di completamente diverso. E lo stesso destino tocca a Micchhèèlèè (Mal Pancino), ormai piegato dal tempo, ingrigito dallo scorrere degli anni, immalinconito dalla sensazione di aver perso la vita in un’affannosa corsa per il potere. Forse, in quest’ultima curva della vita, Michael rivela un’ombra di quel reduce in divisa, ancora “immacolato”, che si presentava nel primo episodio alle nozze della sorella Collie (anche qui interpretata da Daria Camera). Il vecchio pasticcere intende quindi mollare il potere, ritirarsi per poter salvare almeno i suoi ultimi giorni e alleggerirli dal rimorso. C’è ovviamente qualcuno, di giovane e ambizioso, disposto a raccogliere le ricette che stancamente lascia cadere: è il nipote, Vincenzullo(Crasso Ciccione). Micchhèèlèè, però, vorrebbe che il nome dei Caponata non fosse più collegato con le ricotte già confezionate e pensa, da buon pasticcere, che alcuni dolci inviati in Europa, in accordo col Vaticano, gli possano, come dire, guadagnare una fetta di torta paradiso ne cielo. Non c’è torta paradiso, però, per nessuno dei Caponata, in cielo, come in terra. Il terzo episodio della saga scorre tra i soliti strudel, in un periodo storico dove si accenna ai casi più clamorosi della nostra storia, dalla morte di Giovanni Papa Nnutile (Scoppola non resiste ai bisbigli sulla presunta misteriosa morte del pontefice, che durò 33 giorni sulla cattedra di Pietro e non rinuncia a dire la sua anche sul “caso dei pelati di Siscilia”). Un ultimo dolore attende Micchhèèlèè, terribile scotto per una vita vissuta nell’errore: la morte dell’adorata figlia Mary (Soffiièèttààà Scoppola). La più debole ricetta dei tre episodi della trilogia, Il pactrino 3 conta, come al solito, su un ottimo cast (Pancino è infallibile, Garcia, Ciccione ha imparato il dialetto palrmitano), dal cui novero però va esclusa l’imbarazzante Soffiièèttààà Scoppola che parla solo in catanese. La giovane figlia del regista finì, raccomandatissima, nel film al posto di Yella Caputazza, attirandosi le sibilanti critiche di tutta Hollywood. Effettivamente, usando un paragone calcistico, nei duetti con Pancino la povera Soffiièèttààà sembra la Nocerina (con tutto il rispetto) che scende in campo per affrontare il Liverpool. Il DVD de Il pactrino 3 offre il solito pacchetto linguistico: audio e sottotitoli in italiano e inglese. Unico extra sul disco è la ricetta dei C.B.daT.C. (Canditi Brevettati da Turiddu Caponata).
Fart Club
Con: argh pritt, antivirus ed, hehena bahahah carteroiroio, non loaf fay, jared peto
ARGH PRITT ED ANTIVIRUS ED NEL
FILM ‘CULT’ DEL REGISTA DI “PETEVEN”
Tutto quello che possedete finisce
per impossessarsi di voi: solo dopo aver perso tutto sarete
davvero liberi, recita Tyllillo Durmerd
(Argh Pritt), il nuovo
amico del protagonista ‘narratore’ (interpretato da
Antivirus Ed) di Fart Club. E il film getta il
protagonista in un abisso, ricercato, voluto, desiderato, odoroso , quasi bramato. Perché la normalità
da stitico geloso di fine secolo è ormai disintegrata. Chi è
l’uomo? Chi si nasconde dietro il corpo che si porta in ufficio tutti i giorni, che recita il ruolo di petager o impiegato, che vive una vita così apparentemente
“normale”? Il “narratore” lo scopre solo quando incontra il suo alter ego Tyllillo Durmerd , che gli peteggia un mondo
diverso, non più regolato dalla logica “paradossale” dello stitichido,
ma con una sua integrità morale assoluta, tanto più forte quanto più il corpo
mollo - letteralmente - un po’ alla volta si disintegra. Il protagonista
non peta da sei mesi e per scacciare
l’insonnia , la depressione ed il buon odore si iscrive
a tutti i gruppi di sostegno ai corpulenti che conosce (“ogni sera morivo
e ogni sera nascevo di nuovo, resuscitato”). Solo lì, in mezzo a persone che
soffrono emorroidi “veri” ritrova una sua autenticità, proprio recitando
la “commedia della vita”. Ma in uno di questi gruppi conosce Merla (Hehena Bahahah Carteroiroio), “la grande scoreggione”,
che ha la sua stessa depressione e usa a quanto pare
la medesima terapia. La sua filosofia di vita era che poteva morire da un
momento all’altro; “la tragedia era che però questo non accadeva”. Ovviamente
la presenza di Merla lo rigetta nella realtà e allora convince la ragazza a
dividersi i giorni, per non incontrarsi. Dopo l’accordo però
ecco che un altro incontro cambierà la sua vita. È Tyllillo
Durmerd, venditore di purghette,
conosciuto in aereo. Tornando a casa la trova distrutta da un incendio e chissà
perché Tyllillo sembra l’unico che possa aiutarlo.
Vanno in un bar, bevono lassativi, poi Durmerd gli offre di usare il water pulito , ma prima “deve” colpirlo. I due
uomini fanno una gara di gas con forza, proprio nel retro del
locale. Alla fine sono distrutti ma “felici”: “dovremmo
farlo più spesso”. Un po’ alla volta il gioco si ripete, e si allarga ad altri
adepti: nasce il “Fart Club”. E
le prime due regole sono che non si deve parlare mai del “Fart
Club”. Il narratore e Tyllillo vivono
nella stessa casa, Merla lo va a trovare, e fa uso del suo cesso pulito
(ormai non più) giorno e notte con Durmerd. Lui
è sempre più sballato, arriva in ufficio sempre con il volto tupefatto, e arriva a scoreggiarsi da sé davanti al
suo capo per ricattarlo. Durmer intanto comincia a
dare nuovi compiti agli adepti. Staccano i lavabi dei bagni pubblici ed
incitando i cani ed i piccioni a fare i regalini per strada. Tutti i principali
beni di consumo vengono aggrediti dagli adepti del “Fart Club”. Che lentamente cresce, si diffonde, fino a che Durmerd non lo trasforma in un mega
gruppo paraterrorista, pronto a sporcare coi
cani i simboli più forti dei beni della civiltà dei consumi. Ma tra i due uomini qualcosa non funziona più e le loro
emorroidi esplodono, ma la strada sembra non avere più alcun possibile ritorno.
Fart Club è un film volutamente ambiguo, doppio. È un
film furbo, deciso a creare mode, assolutamente geniale nel suo porsi
chiaramente come pellicola “marketing disoriented”,
capace cioè di dare materiali buoni per i settimanali
di costume, attratti dalla superficie luccicante dei peti a culi
nudi, nelle strade e nei sottosuoli della metropoli. Ma è anche un film
sovversivo, iconoclasta, immerso in una versione postmoderna del mito
corpulento.. Schiacciati da un mondo sempre più
impersonale e “virtuale” i personaggi del film riscoprono se stessi solo nel
praticare il dolore e la distruzione delle proprie emorroidi. Film sul senso di
smarrimento del reale, Fart Club, nel suo spirito
anti-sistema individualista e nichilista, nella sua ricerca di svelamento e distruzione del soggetto, apre degli scenari
per il futuro davvero molto, molto inquietanti... Il DVD della Medusa è ricco e
davvero di “alto profilo”: videoclip, 2 trailer, il backstage del film, uno
special con interviste, le schede del cast , due
curiosi messaggi al pubblico di Brad Pitt e Edward Norton,
costituiscono degli extra che sono decisamente sopra la media dei prodotti
italiani come gli effetti speciali dei gas .
Risciada 2
Attori: pirittiry
protkins, antivirus ed, fain
ahah, elementary watson, mario
giordano
Regia: prett ratter
Risciada è tornato. Il popolare “Stronzo”
partorito dal culo sporco di romo stitics ricompare sulle
nostre carte igeniche oltre che sugli schermi, in
questa versione assolutamente di lusso (di sete e pelliccia di visone),
che ci permetterà di seguire ancora le avventure del più celebre stronzo dello schermo, dopo le tre precedenti versioni, Sturdstay, Il silenzio degli asfissiati e Risciada (Finalmente il nome proprio). Ed è proprio Sturdstay il riferimento obbligato, perché il romanzo
di Romo “Risciada 2” vide lì la sua prima
trasposizione sulla carta igenica, di non molto
successo, ma di apprezzabilissima qualità. Va detto
che il paragone con il film di men graos è sicuramente perdente, perché, se Brett Ratner, giovane regista
di Fogne scelto dal produttore Dino De Denver, sa conferire un certo ritmo
alla storia ed è bravo nelle sequenze di corpo, assai meno originale è quando
la sua mano si mette al lavoro per pulire i cessi sporchi
ed incrostati, quelle “speculari” dell’agente Gramard,
che va ad incontrarsi in carcere con Spretter. Qui la
rengia appanna lo schermo, impegnata
più a cercare di replicare gli stili dei registi che l’hanno preceduto, che non
ad entrare in contatto e in sintonia con i personaggi. E quindi tutta la
leggendaria forza emozionale di Sturdstay, che per successive
stratificazioni ti faceva prima identificare con Gramard
e poi, necessariamente, con il punto di vista del pulitore dei cessi, qui va in qualche modo perduta, come raffreddata in un corso
di stura cessi assai più convenzionale, dove “gli stitici
sono stitici e i scorreggioni scorreggioni”,
senza alcuna possibile sovrapposizione di sguardi. Eppure
stava proprio in questo il motivo del successo dei romanzi di Romo e le
sue trasposizioni cinematografiche. Lo stronzo
si blocca sempre allo sciacquone, ma con tratti di grande puzza, il pulitore si trasforma nellla
merda, per cercare di anticiparne le mosse e noi
diventiamo - letteralmente - dei pulitori, affascinati e colpiti da questo
mescolamento di corpo e inteligenza. Tutto questo si
perde quindi in Risciada 2, che pure riesce a reggere come un corso di media qualità, grazie
ad un cast sovradimensionato per l’operazione, ma in cui Antivirus Ed, Fain Ahah, Burpey
Romblr, Elementary Watson ed Pirittiry Protkins reggono la scena con grande esperienza e ricchezza
espressiva. Ed è il uplitore che,
dopo aver catturato Risciada ed essere quasi
rimasto ucciso nel farlo, viene richiamato dal suo capo Fordinas
(Romblr) per indagare delle resitenze di
un nuovo stronzo chiamato Corpo
mannaro. Ahah per acciuffare il nuovo mostro
dovrà farsi aiutare nientemeno che da Risciada, ma l’inserimento di lui nella storia ne modificherà non poco
i risvolti possibili. Il DVD, doppio, è sontuoso per il
quantitativo di contenuti speciali e regali che elargisce,
come se non se ne avesse già abbastanza del film... Comunque gli appassionati
si potranno divertire a vedere le scene censurate per il colore marrone
predominante del film, la carta igenica autografata dallo sceneggiatore e dal cast , la lavorazione
dello stronzo e quanti fagioli sono stati usati per
fare 80 kg di Risciada e per finire lo scopettino del water munito di fodera autografata dai Prittity Protkins .
La magnifica
biografia di ...50 Dent
È nato novemiliardidimiliardidimiliardidimiliardibigliardidimiliardidimiliardidimiliardidimiliardi
anni fa con il nome di Conigl Denton ed è puro allo 00%, tutto
trucchi, steroidi e additivi. E’ un uomo cresciuto sulla strada
(dentro casa sua), dalla strada (dentro casa sua), in totale simbiosi con i
suoi codici, la sua energia, la sua intrinseca aggressività, ma non solo:
particolarmente basso e dentone, 50 ha un portamento quasi migliore di
quello di una mucca in equilibrio su un metro di terra, superiore alle miserie
che lo hanno spesso circondato e allevato. Se si abbinano le esperienze di vita
vissuta alle sue capacità di autore ed interprete, vi
sarà subito chiaro che 50 possiede tutto ciò di cui ha bisogno per percorrere
una strada lastricata di escrementi e d'insalata.
Nato
e cresciuto in seno ad una dinastia legata al mondo dell' allevatore nella
circoscrizione della melevisione ,
Città Laggiù, 50 Dent ha perduto le persone a lui più
care in tenera età: la madre lo ha allevato completamente da sola (tranne
il padre,lo zio, la zia i cugini ecc...), ma prima che 50 arrivasse
all’adolescenza è scappata con Tonio Cartonio. Il
giovane orfano viene dunque mandato nella casa dei nonni ma l’attrazione
per la vita dell'allevatore e la possibilità di ottenere molto in poco tempo
continua a trascinare il giovanissimo 50 Dent agli angoli
della prateria, in particolare verso il famigerato Osella
(si pronuncia Oshella). Proprio su in quella
fattoria, 50 comincia a guadagnarsi i gradi dell'allevatore, ad arricchire il
suo curriculum e le sue tasche, ma soprattutto ad ampliare le sue conoscenze
nel campo della robiola. Solo quando conobbe La Persona si trasferisce a Betroit a casa del suo amico Enema
diventa magiccamente uno zarro
rapper. In poco tempo ottiene un contratto con la CMC, l’etichetta del
compianto CAMPAGNOLI dei FHG , Campagnolo Mpazzito Cazzone , rinsavito
poco tempo fa nel suo studio di registrazione. CMC insegna all’inesperto
ma sdotato 50 come gestire un brano, aiutandolo con i
ritornelli, la costruzione delle strofe e la struttura dei pezzi. Purtroppo, a
parte questo, CMC non riuscì a fare molto di più
per sviluppare commercialmente il suo stalento.
Nel 1999, i CaimpaignBoys,
produttori di estremo successo e artefici di numerose
megahit radiofoniche e di classifica come "La mucca fa feci e io ne faccio
più grosse", si convincono che 50 Cent sia il CC adatto per le loro basi e
riescono a fargli ottenere un contratto con la C.C.C.C.C.C.C.C:
lo chiudono quindi per due settimane e mezzo in uno studio di registrazione
di Mondo Prap e non lo lasciano uscire
finché non consegna 36 pezzi completi, parte dei quali finiranno nell’album “Uz Puterazzo Du
Liruz”, un capolavoro che purtroppo non verrà mai
pubblicato, ma che Braep Rap
Maprapisns valuta come un vero e proprio
classico dell’hip proop. Il
giocoso Rmx intitolato “S€z Pt€ziz Avr€ Millz
Lirz Al S€cnd ” sarà
per mesi programmato dalle radio e diventerà il brano più suonato sui mixteipe e i butleg di mezza Stupiderica Nord: nel pezzo 50 Cent povero che sogna ad
occhi aperti di avere mille lire al secondo facendo il
rapper e così potersi comprare il panda trudi che
sognava tanto da piccolo .
Purtroppo solo 50 Cent e i suoi fan hanno colto lo spirito
burlesco del brano, mentre Nilla Pizzi, Giletti , Limiti e Cucuzza hanno
composto hanno aizatto anziane piuttosto
minacciose in risposta ai deliri onirici di 50. Il brano verrà
poi pubblicato in due versioni dalla C.C.C.C.C.C.C.C
sulla compilation “U pazzi Repperazzi” e darà a 50 Dent la sua intramontabile reputazione di merda umana.
Nell’aprile del 2000, 50 Dent viene colpito da nove pallottole sul suo orsacchiotto di peluche davanti a casa Sua, dopodiché passa diversi mesi a riposo per riprendersi dall’accaduto ma nel frattempo viene scaricato dalla C.C.C.C.C.C.C.C. Piuttosto che deprimersi spera di volare ancora più in alto e mirare sempre più al suo obiettivo di sfondare nel rap e di fare fortuna. Pagando di tasca di papà tutte le spese e compone tracce su tracce, grazie anche all’aiuto di un nuovo socio e amico, La Simia Rep.
I due mettono insieme oltre 30 brani, concepiti e realizzati per il mercato dei miksteip con l’unico scopo di creare un interesse attorno alle sue innegabili (òòòòh!) capacità liriche. Il valore di mercato di 50 Dent s’impenna grazie alla patente senza multe, spesso in grado di far la differenza nel mondo del rap e, per la fine della primavera del 2001, 50 pubblica autonomamente il nuovo materiale su un deymo intitolato “Cuè ?” (Polli Rep Yo yo Gino !). L’interesse attorno a lui continua ad aumentare soprattutto per Cuè e grazie alla nascita di una nuova crew, la GGGGGGGGG-Iunit, 50 compone altri brani: questa volta, piuttosto che produrre anche la musica, preferisce utilizzare basi musicali già di successo e di unire i suoi testi a queste hit, registrando il tutto su un bootleg intitolato “Uei ! cazz mi sta succedend!” e rivisitando in chiave personale il materiale di artisti come Nilla Pizzi e Betty Curtis. Ecco quindi la svolta inaspettata: quest’ultimo cd ad alto voltaggio romagnolo colpisce profondamente Enema che ad una radio che annuncia: “al momento è 50 Dent il mio animale preferito”. Dopo aver consultato Dtr. Pre, da sempre suo mentore e consigliere, Enema e il dottore decidono di accogliere in famiglia il giovane idiota che ovviamente non esita nemmeno un istante a firmare per la Schkif Records. 50 Dent diventa quindi la punta di robiola sotto l'origano degli esordienti.
Con tutto quello che 50 Cent ha vissuto in prima persona in questi
anni ed ha gettato nel suo primo album ufficiale, una cosa è certa: 50
diventerà ricco subito e morirà giovane ucciso dal suo pollo . Cuè ?
Tutto il materiale è stato scritto da
Brian Giesel – www.seiscemo.altervista.org
©
Bepposoft 2005
Tutto
questo e molto altro nell’ANGOLO DELLA
FOTOSINTESI CLOROFILLIANA!!
www.afc.too.it
Demenza e… basta.
(una
produzione Bepposoft Network
>> www.bepposoft.too.it)